Serata di degustazione di vini bianchi esteri che ha visto protagoniste queste bottiglie:
- Montèe de Tonnerre 2017 Samuel Billaud
- Saint Aubin Le Banc 2016 Pierre Yves Colin Morey
- Bourgogne Blanc 2014 Arnaud Ente
- Puligny Montrachet 1er Cru 2010 Francois Carillon
- Vinas Vejas 2014 Dominio del Aguila
La serata è stata incentrata sul vini bianchi esteri
Prima Batteria
La prima batteria ha visto protagonisti il vino di Saint Aubin della parcella Le Banc 2016 e il Montèe de Tonnerre di Billaud 2017.
Si cercava un confronto tra Chardonnay di due zone diverse sebbene il paragone sia molto poco esaustivo e soprattutto lo si è fatto a livello didattico, come per gioco e senza pretese ma con curiosità per capire alcune sfaccettature.
Il vino Di Pierre Yves Colin Morey è un vino che sprigiona freschezza, esuberante su note agrumate e con una nota salina davvero consistente che invoglia da subito alla beva e che a tutti da sensazione che se ne aprissimo 2 di bottiglie finirebbero in un amen, per quanto riguarda il Montèe de Tonnerre 2017 da subito pensiamo sia troppo giovane e che il duello possa risultare impari ora ma con calma e con qualche grado in più, nel divenire della serata, si apre e offre bellissime note minerali e marine che dopo tre quarti d’ora che è nel bicchiere ci fanno riconsiderare un po’ il tutto.
Il Saint Aubin da idea che rimanga un pò più fermo e non abbia la forza di andare oltre quello che offre ora (seppur intrigante e molto piacevole), lo Chablis dimostri di poter aspirare a qualcosa di più e che si mostri con calma come solo i vini di categoria superiore sanno fare e produttore, parcella e annata lo dimostrano.
Seconda Batteria
La seconda tornata di vini ha visto tre protagonisti molto diversi tra loro.
Il Vinas Vejas 2014 a base Albillo della Ribera del Duero con viti quasi centenarie prodotto dal Dominio del Aguila al naso offriva sentori di agrumi tra cui spiccava su tutti il pompelmo rosa con rimandi a note di idrocarburo ed erbe aromatiche (lievi), in bocca si ritrovava la freschezza con un vino che si sposa bene con carne bianca e che possiede una buona struttura.
Vino davvero gustoso , se possiamo trovare un neo ha mostrato poca evoluzione durante la sosta nel bicchiere ma che tutti hanno bevuto con piacere finendo la bottiglia.
Il Puligny Champ Gain di Carillon 2010 mostrava al naso note caramellate che ha conservato fin dalla sua apertura mentre in bocca giocava sulla frutta e sulla mineralità senza eccedere, con il pregio di accostarsi piacevolmente con il formaggio Roccolino ( Salva che stagiona in val Taleggio con aggiunta di tartufo) in abbinamento.
Il bourgogne 2014 di Arnaud Ente ha mostrato tutta la sua classe muovendosi come un’onda avanti indietro su tonalità marine e richiami minerali, facendo pervenire di tanto in tanto note agrumate di limone, senza sbavature. In bocca il bourgogne che vorresti sempre bere, fresco, sapido, senza molti ricami ma davvero ben equilibrato e con una bella forza e davvero lungo per essere “solo” un Bourgogne.
Non sono usciti vincitori, la serata ha mostrato vini molto diversi tra loro e ugualmente interessanti capaci di dare idee per possibili abbinamenti culinari che vanno dai più classici legati alla territorialità così come a idee sperimentali basate sulle proprie esperienze senza trovare nulla di geniale per forza.
Il filo rosso della serata era quello di capire che quando i produttori lavorano bene, i vini di diverse zone/aree possono offrire emozioni diverse, perchè i vini lo sono, ed essere appaganti in maniera eterogenea ma con il denominatore comune di rendere migliore i piatti.
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