Serata di degustazione a base Pinot Nero che ha visto protagoniste queste bottiglie:
- Bourgogne Rouge 2017 Domaine Michel Guillon & Fils
- Marsannay Les Longerois 2016 Domaine Sylvain Pataille
- Marsannay Clos des Portes Domaine Michel Guillon & Fils
- Vosne Romanée Domaine Berthaut Gerbet
- Morey St Denis 1er Cru Aux Charmes 2017 Domaine Lignier Michelot
La serata è stata incentrata ancora una volta sul Pinot nero con quattro diversi produttori con stili e tratti distintivi diversi che hanno lasciato un piacevole ricordo e come al solito accade, definito che avere uve da belle parcelle aiuta, il manico ha di sicuro la sua importanza.
Prima Batteria
Ha portato al confronto dei vini Bourgogne Pinot Noir 2017 e Marsannay Clos des Portes 2017 di Michel Guillon ed il Marsannay Les Longeroies 2016 di Sylvain Pataille.
I vini di Michel Guillon sono accomunati dallo stesso stile, il Bourgogne proviene da parcelle a Gevrey Chambertin mentre il Marsannay dal monopole Clos des Portes. Entrambi i vini su toni scuri, amarene e mirtilli ma anche accenni di pellame al naso; fanno della freschezza e della beva il loro piatto forte con il Marsannay con un tono di allungo e struttura superiore che rispetto al Bourgogne richiama meglio un bel piatto di carne o formaggi anche di media stagionatura.
Les Longerois 2016 di Pataille che nei prossimi anni vedremo con etichetta 1er cru visto l’approvazione e la conseguente promozione dell’INAO di 14 nuove parcelle nel comune di Marsannay tra cui questa gioca su toni completamente diversi rispetto ai vini di Guillon, qui gli agrumi tra cui il pompelmo si fanno strada al naso con frutti rossi freschi e accenni di spezie. In bocca mantiene quello sembra promettere al naso ossia freschezza ed energia con ritorni di frutta agrumata, diremmo al pari livello di Guillon con una pettinatura completamente diversa.
Seconda Batteria
Gli ultimi due bicchieri sono stati il Vosne Romanée 2016 del Domaine Berthaut Gerbet ed il Morey St Denis 1er Cru Aux Charmes 2017 del Domaine Lignier Michelot.
Amelie Berthaut mostra eleganza su un vino che è l’emblema del Vosne Romanée Village, si svela con calma e regala frutti rossi e spezie al naso bicchiere dopo bicchiere in un turbinio continuo ma con la calma che i vini di classe superiore mostrano. La struttura sembra meno notevole per la splendida delicatezza che il vino mostra facendolo sembrare senza peso ma è ben presente, in bocca è setoso con tannini da grana finissima e dal finale abbastanza lungo ed accattivante. Bellissima mano e vino.
Il vino di Lignier Michelot deriva da una parcella sotto il Clos de La Roche ed ha tutto, profumi, struttura e nel bicchiere li si ritrova tutti. Il produttore lavora molto bene con questa parcella ed il vino ci regala grande energia che è mostrata in maniera delicata ed elegante.
Il tempo aiuterà ad aggiungere quelle complessità che ne faranno un vino che saprebbe come arricchire una tavola imbandita a base di piatti di cacciagione o come accade più facilmente con piatti di formaggi.
Tutti i vini degustati si abbinano molto bene con carni da cacciagione o formaggi anche stagionati con i Bourgogne pinot noir della prima batteria che sono ottimi con merende a base di salumi.