
Ad oggi, una delle eccellenze Italiane del vino a livello internazionale è rappresentata dalla regione Piemonte, di cui le luci della ribalta hanno toccato in maniera particolare la zona e i Vini delle Langhe di cui siamo grandi appassionati.
Le Langhe si suddividono in Alta e Bassa Langa, la bassa Langa si trova a nord tra i fiumi Tanaro e Belbo ed è riconosciuta in tutto il mondo per i suoi vini ad oggi più prestigiosi come il Barolo ed il Barbaresco oltre Pelaverga, Dolcetto d’Alba e di Dogliani a Nebbiolo e Barbera.
L’Alta Langa si trova invece più a Sud ed ha colline che sono nettamente più ripide e che toccano anche i 750 mt o più dove troviamo in sviluppo da tempo la produzione di Alta Langa, Moscato e Barbera e dove alcuni producono anche Timorasso.
Langhe Roero e Monferrato è una macro area all’interno della quale troviamo tanto dal punto di vista enologico, dato che parliamo di una zona ricca di varietà di uve coltivate e che qui trovano la massima espressione come accade per le uve Pinot e Chardonnay in Borgogna o le uve Riesling in Mosella.
La svolta è stata il riconoscimento di questo territorio come Patrimonio culturale Unesco nel 2014, elemento che ha dato una spinta decisa a livello turistico e commerciale, ma sempre sostenuta principalmente dalla qualità dei prodotti.

I Vitigni delle Langhe
Riferendoci alle zone più seguite e che prediligiamo partiamo dal vitigno principale della Langa: Il Nebbiolo.
Nebbiolo
Il Nebbiolo è prodotto su 94 comuni delle Langhe, mentre il Nebbiolo d’Alba ha il suo comprensorio su 25 comuni a ridosso del fiume Tanaro.
Quest’uva si manifesta nelle sue massime espressioni nelle DOCG Barolo e Barbaresco, ma ha declinazioni in altre denominazioni o zone con nomi differenti come ad esempio Spanna in Alto Piemonte (Boca, Bramaterra, Gattinara e Lessona alcune Doc di rilievo) o Chiavennasca in Valtellina.
Le uve Nebbiolo sono diventate negli anni un vero e proprio cult. Specialmente in questi ultimi 20 anni il “nuovo” consumatore e l’appeal che questo magnifico uvaggio ha suscitato in lui hanno rappresentato il cambio di passo all’interno di questo bellissimo territorio sia nella scelta delle uve da piantare sia nella politica di vendita.

Le Uve Nebbiolo sono autoctone di questo bellissimo territorio Langarolo ed il nome deriva da una duplice caratteristica dell’uvaggio, ossia che le uve maturano tardivamente in corrispondenza dell’apparire delle prime nebbie e che le bucce sono ricoperte da uno strato consistente di Pruina, che è una sostanza naturale che va ad annebbiare il colore dei grappoli.
Le diverse varietà o cloni del Nebbiolo sono Lampia, Rosé e Michet, ma normalmente il più utilizzato è il Lampia.
Barbera
La Barbera è considerata la bottiglia da pasto come per il Dolcetto e in Piemonte sviluppa le sue tre declinazioni principiali nelle DOC di Asti, del Monferrato e quella d’Alba.
La Barbera d’Alba si produce sul territorio del Comune di Alba e 39 comuni intorno per intero e su 13 comuni parzialmente. Lo sviluppo sul mercato di questa denominazione ha portato a dei vini che non sono solo per la quotidianità, ma anche a vini di maggior complessità e longevità a cui gli appassionati nel tempo hanno cercato di avvicinarsi per la facilità di accostamento con la cucina.

Dolcetto
Il Dolcetto è un vitigno caratteristico delle Langhe ed ha diversi suffissi a seconda della Doc in cui risiede.
Troviamo il Dolcetto d’Alba che si trova nel comprensorio attorno al comune di Alba che include 35 comuni interamente o parzialmente.
A seconda della zona si propone con fare più o meno muscolare o fine ed elegante. Trova la sua naturale accoppiata con formaggi e salumi ed in generale è considerato e utilizzato come vino da pasto nella tradizione del territorio.
Un’altra versione del Dolcetto è quella di Dogliani che identifica la zona intorno allo stesso comune, snodo tra le Langhe e l’alta Langa dove l’altitudine comincia a salire.
Caratteristica che insieme al microclima permette di regalare vini più eleganti rispetto ad alcune variabili Albesi, tant’è che secondo molti il Dolcetto a Dogliani trova le condizioni ideali e offre il meglio di se.
Pelaverga
Il Pelaverga possiede una sua Doc che comprende una piccola produzione centralizzata sul comune di Verduno, dove troviamo i migliori risultati, ma che si estende anche a piccoli appezzamenti a La Morra e Roddi.
Secondo alcuni produttori che lo producono è meglio apprezzarne i pregi in fase giovanile, dove prevalgono le note floreali a fianco di quelle speziate che si accentuano con il tempo.
Questo vitigno quasi sconosciuto ha ripreso le luci della ribalta qualche anno fa con il tentativo di proporlo come vino da aperitivo, ma provandolo ci fa pensare ad un vino pronto a qualsiasi esigenza fin da subito.

Le Denominazioni dei Vini delle Langhe
Barolo DOCG
Sua Maestà il Barolo vede i confini del proprio impero delimitati dal lontano 1966 in 11 comuni di cui solo 3 per il loro intero territorio mentre i rimanenti 8 solo in parte.
Serralunga d’Alba, Castiglione Falletto e Barolo sono compresi nella denominazione nella loro totalità mentre i restanti 8 sono Verduno, Roddi, Novello, Monforte d’Alba, La Morra, Grinzane Cavour, Diano d’Alba e Cherasco.
Il Barolo è costituito per intero da 100% uve Nebbiolo provenienti dai citati Comuni e prevede un invecchiamento minimo di 38 mesi in cantina a partire dal 1 Novembre successivo alla vendemmia di cui almeno 18 mesi passati in botte.

Per la speciale menzione Riserva i 38 mesi si allungano e diventano 60 mesi di conservazione minima in cantina. La percentuale minima di volume alcolometrico per il Barolo deve essere del 13%.
All’interno della denominazione possiamo trovare tutte le diversità che i grandi Attori/Produttori possono offrirci a seconda di come lavorano e della filosofia che li guida.
Potremmo aprire una discussione che richiederebbe tempo su cosa sia meglio, su chi ha uno stile migliore, modernisti o tradizionalisti. A noi sinceramente interessa solo che il vino sia buono, sincero e……assaggiarlo.
In ogni caso è considerato il Vino delle Langhe più pregiato e importante.
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Barbaresco DOCG
Un’altra denominazione rilevante sempre a varietà Nebbiolo è la DOCG Barbaresco, che comprende i comuni di Barbaresco, Neive e Treiso più una parte della frazione di Alba San Rocco Seno d’Elvio.
L’altitudine degli appezzamenti viene ritenuta tra quelle ideali per la coltivazione delle uve Nebbiolo e si attesta tra i 150 ed i 450 metri sul livello mare, con una prevalenza della fascia tra i 250 e i 400 metri.
Il riconoscimento della Denominazione di origine controllata risale al 1966 e quello della Docg all’Ottobre 1980. L’invecchiamento minimo di legge è di 26 mesi, a partire dal 1 novembre dell’anno di raccolta delle uve. Almeno 9 mesi i vini devono rimane in botti di legno.

Relativamente ai Barbaresco Riserva: il termine si può indicare sull’etichetta quando il vino è rimasto in azienda almeno 50 mesi, sempre a partire dal 1 novembre dell’anno di raccolta delle uve.
La produzione massima per ettaro è di 8.000 kg di uva mentre la gradazione alcolica minima è fissata in 12,5 gradi.
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Langhe DOC
La denominazione copre in totale 54 comuni del Cuneese e del Roero. Troviamo la possibilità di inclusione di molti vitigni che devono seguire un certo tipo di vinificazione e rispettare un insieme di caratteristiche specifiche.
Tra questi ricordiamo:
Arneis, Barbera, Cabernet Sauvignon, Chardonnay, Dolcetto, Favorita, Freisa, Merlot, Nascetta, Nebbiolo, Pinot Nero, Riesling, Rossese Bianco e Sauvignon.
Oltre alla doc specifica che menziona il vitigno, possiamo trovare anche la menzione di tipologia come Langhe Rosato, Rosso, Bianco che prevedono un blend dei vitigni menzionati con limitazioni.
Langhe DOC è una denominazione che introduce una prima serie di regole alle quali attenersi, ma noteremo di seguito come le denominazioni più prestigiose introducono regole più stringenti.
Ad esempio la qualificazione Alba circoscrive all’uso del mono vitigno di turno o a blend con vitigni definiti in maniera più limitata, questo porta ovviamente ad avere prodotti maggiormente qualitativi da un punto di vista oggettivo e serve al consumatore a spiegare la logica dei prezzi.
Non tutto è qui definito dato che i prezzi valutano anche molte altre variabili che qui non sono considerate come le limitate produzioni, il produttore e il suo lavoro per citarne alcune.
Langhe Nebbiolo DOC
Il Langhe Nebbiolo DOC, come per ogni denominazione con vitigno specificato all’interno della DOC Langhe, prevede un quantitativo minimo di uve Nebbiolo dell’85% a cui si aggiunge un massimo della restante parte con vitigni consentiti e deve rispondere a determinate caratteristiche chimico fisiche.

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Langhe Barbera DOC
Stessa regola vale per esempio per il Langhe Barbera DOC dove è previsto un minimo dell’85% di uve Barbera.
Nebbiolo d’Alba DOC
Il Nebbiolo d’Alba DOC come denominazione è circoscritto a 25 Comuni a ridosso del fiume Tanaro e prevede un utilizzo del 100% di uve Nebbiolo.
A seconda che sia identificato come Superiore, Spumantizzato o con nome specifico della Vigna in cui è prodotto cambiano il grado alcolometrico minimo, il tempo di affinamento o la resa per ettaro.
Barbera d’Alba DOC
La Barbera d’Alba si produce sul territorio del Comune di Alba e 39 comuni intorno per intero e su 13 comuni parzialmente. Il disciplinare prevede che deve avere una composizione di uve Barbera minima dell’85% a cui possono essere aggiunti un 15% massimo di uve Nebbiolo.
A seconda che sia identificata come Superiore o con nome specifico della Vigna in cui è prodotto cambiano il grado alcolometrico minimo, il tempo di affinamento o la resa per ettaro.

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Dolcetto d’Alba DOC
Il Dolcetto d’Alba si trova nel comprensorio attorno al comune di Alba e 35 altri comuni interamente o parzialmente ed a seconda della zona ed è ottenuto da uve Dolcetto in purezza.
A seconda poi che sia identificato come Superiore o con nome specifico della Vigna in cui è prodotto cambiano il grado alcolometrico minimo, il tempo di affinamento o la resa per ettaro.

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Dolcetto di Dogliani DOC
Il dolcetto di Dogliani prevede il suo areale di produzione ristretto ai comuni di: Bastia, Belvedere Langhe, Cigliè, Clavesana, Dogliani, Farigliano, Monchiero e Rocca di Cigliè e in parte del territorio di Roddino e Somano.
A seconda che sia identificato come Superiore o con nome specifico della Vigna in cui è prodotto cambiano il grado alcolometrico minimo, il tempo di affinamento o la resa per ettaro.
Dolcetto di Diano d’Alba DOC
Il dolcetto di Diano d’Alba prevede il suo areale di produzione ristretto all’intero comune di Diano d’Alba.
A seconda che sia identificato come Superiore o con nome specifico della Vigna in cui è prodotto cambiano il grado alcolometrico minimo, il tempo di affinamento o la resa per ettaro.
Alta Langa DOCG
La denominazione Alta Langa prevede un territorio esteso basato su un folto elenco di comuni nelle province di Cuneo, Asti ed Alessandria e riguarda vini spumanti prodotti attraverso metodo classico in bianco o rosato ed anche riserva.
I vitigni previsti sono Pinot nero e Chardonnay dal 90 al 100%. La restante parte può essere comprensiva di uve provenienti dai vitigni non aromatici idonei alla coltivazione nella regione Piemonte.
La permanenza dei vini sui lieviti deve durare da un minimo di 30 mesi a 36 mesi per le riserve.
Verduno Pelaverga DOC
Il Verduno Pelaverga prevede un utilizzo minimo di uve omonime pari all’85% e per il restante 15% è consentito utilizzare altre uve a bacca nera originarie della Regione Piemonte. Questa Doc che comprende una piccola produzione centralizzata sul comune di Verduno che si estende anche a piccoli appezzamenti a La Morra e Roddi.
Come abbinare i Vini delle Langhe
Come abbinare Barolo e Barbaresco
Un bicchiere di Barolo come di Barbaresco deve essere servito intorno ai 18°. E’ preferibile servirlo più fresco e scaldarlo nel bicchiere che trovarlo alla giusta temperatura e ritrovarlo più caldo nel bicchiere dopo i primi sorsi.
L’uvaggio di questi due importanti vini è il medesimo, di conseguenza gli abbinamenti suggeriti qui sotto possono ritenersi validi per entrambi i vini, tenuto conto delle caratteristiche in linea di massima simili tra loro.
In prima istanza giochiamo l’abbinamento dei Vini delle Langhe con la cucina territoriale dove i piatti come gli stufati con la polenta o la cacciagione non mancano.

Così come sui prestigiosi formaggi erborinati e stagionati e le tome di montagna oltre al classico abbinamento con il tartufo o i funghi che sono da accompagnamento ai primi piatti oppure per esempio alle uova che sono un buon motivo per aprire una bella bottiglia di prestigioso Barolo.
Uscendo dal territorio di competenza pensiamo a primi a base di carne (lasagne per esempio che aggiunge l’untuosità della besciamella), minestroni, vellutate, carni grigliate, oppure cucinate con utilizzo di spezie o affumicatura.
Come abbinare Dolcetto, Barbera, Nebbiolo e Alta Langa
Parliamo di uvaggi e vini differenti che rendono bene su diversi piatti del territorio e anche della tradizione italiana.
Partendo dal concetto che il primo abbinamento è di tipo territoriale ed i vini delle Langhe piemontesi sono concepiti per l’uso quotidiano (tranne Barolo e Barbaresco chiaramente), la prima scelta è quella di abbinarli con Tajarin, risotti, agnolotti, ravioli del plin, pasta al forno piuttosto che con formaggi (gorgonzola, bross, toma), salumi o cacciagione.

Per quanto concerne il Dolcetto potete abbinarlo inoltre al:
- rotolo di vitello al prosciutto,
- arrosto di vitello ai funghi,
- bolliti,
- coniglio al forno.
Per quanto riguarda la Barbera, si esalta con:
- brasato di manzo al vino rosso,
- petto di pollo farcito al prosciutto,
- anatra in crosta,
- spalla di agnello disossata,
- brasato preparato con il medesimo vino.
Per quanto riguarda il Nebbiolo possiamo abbinarlo con:
- polpette di vitello al cumino,
- spezzatino d’oca, stinco al forno,
- lepre in civet con polenta
- arrosti e grigliate di carne,
- formaggi di media stagionatura.
Il salto lo facciamo con l’Alta Langa dove come ogni bollicina può giocare le sue carte a partire dall’aperitivo fino ad un uso a tutto pasto a seconda che sia riserva oppure no.