La fondazione della cantina Maga risale al 1896, quando gli antenati della famiglia Maga intitolarono il vigneto di famiglia e tutta una collina alla memoria di uno zio Carlo: Barbacarlo nel dialetto pavese.
La storia della cantina ruota attorno a due vini Il Montebuono ed il Barbacarlo appunto che si è preso la prima pagina per il fatto di essere stato per molti anni al centro di una battaglia legale oltre che ad essere il vino di punta della cantina.
Attorno a Lino Maga ed al suo vino hanno scritto molte persone e gli sono stati amici personaggi del calibro di Gianni Brera e Veronelli che lo hanno sostenuto nel suo percorso legale per far prevalere la differenza del Barbacarlo rispetto a chi riportava lo stesso nome in etichetta.
Si tratta di un vigneto di 4 ettari con una pendenza molto ripida con pochissima terra lavorabile. Oggi l’azienda è condotta da Giuseppe Maga al quale il padre Lino ha passato il testimone sebbene dica che in cantina ci vada solo lui mentre Giuseppe lavora in vigna.
Uno dei valori che contraddistingue la cantina è che il vino deve essere vero e sincero per cui partendo da quello che offre madre natura e dal buon senso si deve avere il processo di trasformazione da uva a vino, non legandosi a pratiche determinate che siano biologiche o di natura industriale. Dopo tante vendemmie ovviamente un canovaccio di lavorazione è sempre presente ma è la sensibilità di ascolto di annata e uve che da sempre un vino mai uguale a se stesso.
Lo scorso 11 maggio mi sono recato a Broni dove risiede questa storica cantina, la più antica e famosa dell’Oltrepò Pavese. Ad aspettarmi al di fuori del cortile c’era proprio il Cavalier Lino Maga che con in bocca una sigaretta mi fa cenno di entrare in casa a fare due parole.

I vini assaggiati
Tra una sigaretta e l’altra abbiamo assaggiato in sequenza i seguenti vini:
- Barbacarlo 2015: ottima annata, confermata anche dallo stesso Cavaliere, sicuramente ancora giovane, ma che può dare grandi soddisfazioni tenendola con cura in cantina per diversi anni. Esprime note floreali, fruttate, erbacee ed eteree
- Barbacarlo 2016: annata calda, “le uve scottavano infatti abbiamo prodotto solo 4mila bottiglie”, ma la qualità rimane sicuramente ottima.
- Barbacarlo 2017: vino spumeggiante, “è nato così”. Esprime note vinose e fruttate, il meno equilibrato tra i 3 barbacarlo della giornata anche per il minor tempo in bottiglia.
- Montebuono 2017: collina diversa da quella del Barbacarlo, un vino meno complesso ma sicuramente di assoluta qualità.
Tutti vini giovani quelli che ho assaggiato in questa giornata insieme al Cavaliere, che hanno bisogno di tempo per esprimere tutto il loro potenziale ma che è già chiaro a questo primo assaggio.
Questa è stata la sua 81esima vendemmia, come mi dice soddisfatto. “Il mio vino lo fa la terra, noi sudiamo in vigna con lui. Figuriamoci se il mio vino lo si fa seguendo un disciplinare che permette 150/200 quintali d’uva per ettaro, io ne faccio 25/30.
Il modello da seguire è quello francese, lì che conta è il Terroir. In Francia dal 1866 si obbliga a scrivere in etichetta chi fa il vino, mentre qui in Italia non ci siamo ancora arrivati. Sarebbe importante valorizzare il lavoro dei viticoltori, uno dei più difficili al mondo, invece che sommergerli dall’enorme burocrazia”

Cosa scegliere
L’Oltrepò ha avuto nel Barbacarlo un prodotto vincente e si è cercato per un certo periodo di sfruttarlo per promuovere i vini della zona e negli anni 70′ questa mercificazione del nome del Barbacarlo ha portato ad una causa che negli anni ha dato ragione a Lino Maga ed al riconoscimento che il suo Barbacarlo è unico e l’unica bottiglia che può riportare tale nome in etichetta è appunto quella che contiene il liquido proveniente dalla Collina della Famiglia Maga.
In questo caso scegliamo di provare sia Montebuono che Barbacarlo dato che sono i soli vini venduti da Lino Maga e vale la pena provarli perchè sono davvero figli dell’annata e delle influenze che apporta il clima e che ci permette di trovare bottiglie tra loro completamente differenti da un’annata all’altra.
La differenza sostanziale nell’uvaggio dei 2 vini sta nella quota di Barbera che nel Montebuono è presente con buona percentuale mentre nel Barbacarlo è praticamente assente, per il resto troviamo un assemblaggio che comprende Croatina, Uva rara e Vespolina.
L’età delle vigne aiuta nelle annate difficili a preservare per quanto possibile la qualità di questo appezzamento (dalle più giovani figlie di reimpianti si può arrivare anche ad alcune che sfiorano il secolo).
Barbacarlo è come Lino Maga, un pilastro nel panorama vitivinicolo, offre un vino che può non appagare i palati di tutti, nonostante ciò viene riconosciuto comunque come un vino da provare assolutamente nel cammino di un appassionato.
